Fistole arterovenose durali (FAVD) intracraniche
- Cosa sono?
Sono malformazioni vascolari costituite da una comunicazione diretta, anormale, tra arterie che vascolarizzano la dura madre, la meninge più esterna che protegge l’encefalo, e seni venosi (grossi canali venosi che drenano il sangue dal cervello) o vene intracraniche. Sono più frequentemente diagnosticate in età adulta e quindi si pensa siano acquisite, ma si possono riscontrare anche in età pediatrica e nei bambini hanno spesso una struttura complessa.
- Come si manifestano?
Le FAVD non associate ad ostacoli al drenaggio venoso né a dilatazione delle vene di drenaggio possono essere asintomatiche o causare sintomi benigni come gli acufeni. Il loro trattamento è indicato dal grado di invalidità associato a tali sintomi.
Le FAVD con drenaggio venoso controcorrente sono associate ad un reflusso di sangue che ingorga le vene cerebrali o del cervelletto. Esse provocano congestione e sofferenza del tessuto nervoso e presentano un rischio importante di sanguinamento. Devono quindi essere trattate al fine di far regredire la sofferenza del tessuto nervoso e prevenire il sanguinamento.
- Come si diagnosticano?
Solo le FAVD associate ad un reflusso sanguigno possono essere diagnosticate mediante risonanza magnetica, che mostra le vene dilatate sede di reflusso e l’edema del tessuto nervoso circostante. Le FAVD associate a drenaggio venoso non controcorrente sono diagnosticate mediante angiografia cerebrale, l’esame di scelta che prelude al trattamento per ogni tipologia di FAVD.
- Come si trattano?
Il trattamento delle FAVD mira ad interrompere la comunicazione anomala tra arterie durali e vene. Si può realizzare per via endovascolare, mediante microchirurgia, più raramente mediante radiochirurgia o combinando tali metodiche. La chiusura delle afferenze arteriose permette in genere solo una riduzione della portata della FAVD, che può essere sufficiente a trattare sintomi benigni come gli acufeni, ma espone a possibile recidiva. Il trattamento definitivo si ottiene occludendo lo scarico venoso nel punto più vicino possibile alla sua origine dalla dura madre.
- Con quali risultati?
La prognosi delle FAVD dipende dalla precocità e dalla completezza del trattamento. Se la diagnosi è posta entro 3-6 mesi dall’inizio dei sintomi ed il trattamento viene completato prima che si instauri un danno definitivo del tessuto nervoso, spesso da ischemia o sanguinamento, deficit anche rilevanti, come in caso di declino cognitivo, compromissione delle funzioni motorie, sensitive e sensoriali, possono regredire.
Prof. Francesco Signorelli
Unità Operativa e Cattedra di Neurochirurgia
Università “Aldo Moro” di Bari